Le pagine della vita.

Vorrei che il ricordo si sviluppasse in pagine di un libro.

Un libro reale.

Un libro che e’ la memoria della persona e che viene custodito gelosamente da essa.

Vorrei che i miei ricordi fossero pagine.

Semplici pagine di carta che possano essere strappate.

Vorrei prendere le mie pagine di ricordi e strappare quelle che fanno male.

©CinnamonInTheAir

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Shantaram, G. D. Roberts

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“Gli indiani sono gli italiani d’Asia… Per questi due popoli il cibo è musica nel corpo, e la musica cibo nel cuore”.

Mancano 11 mesi alla fine di “12 titoli, 365 giorni” ed ho concluso il punto che piu’ mi angustiava:

  1. Un libro con più’ di 500 pagine

La scelta era inevitabile, l’avevo messo da parte per troppo tempo e quale migliore occasione per leggerlo?!

Una sorta di epopea iniziata a fine anni ’70, una storia quasi surreale, un contenuto a dir poco coinvolgente. Un’india raccontata in ogni dettaglio, profumo e sapore. Lo stile è a volte poetico a volte crudo, perche’ in fondo e’ la semplice espressione della vita che sa essere a volte gentile a volte crudele. Lo stile e’ scorrevole anche se devo dire che alcune parti mi sono sembrate un po’ lente e troppo descrittive. Le 1200 pagine volano e l’India sembra un paese magico (ma lo è realmente?) dove vorresti subito andare a vivere.

Penso che non ci siano parole migliori che quelle usate dall’autore stesso per raccontare l’essenza di questo immenso libro:

“Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell’amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita. Per capire l’essenziale, però, mi è bastato un istante, mentre mi torturavano legato a un muro. Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente riuscii a comprendere che nonostante i ceppi e la devastazione del mio corpo ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando oppure di perdonarli. Non sembra granchè, me ne rendo conto. Ma quando non hai altro, stretto da una catena che ti morde la carne, una libertà del genere rappresenta un universo sconfinato di possibilità.E la scelta che fai, odio o perdono, può diventare la storia della tua vita.”

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©CinnamonInTheAir

Nuovo Progetto – Un CIAO a Londra.

little venice

Seduti a tavola cominciammo a tirare fuori le rispettive cene. Lui aveva portato quanto promesso: patatine ed uva sarebbero stati il suo pasto, mentre io tirai fuori un pacco di carote, un pezzo di formaggio ed uno yogurt. Ai suoi occhi gli saro’ sembrata la classica ragazzina appena arrivata che non sa ancora fare la spesa e contare i soldi che ha in tasca, perche’ quel pezzo di formaggio costava quanto i pasti di un’intera giornata. Ma in quel momento ero veramente appena arrivata e non sapevo farmi i conti in tasca, con il tempo avrei capito anche dove e cosa comprare.

Seduti in quel minuscolo tavolino cominciammo a mangiare in silenzio, come se la sola compagnia dovesse gia’ bastare. Parlare sarebbe stata una forma di invasione degli spazi. Quello spazio che non c’era perche’: dal bagno alla camera, dal salotto alla strada c’era sempre qualcuno che ti stava addosso, che voleva passare o che semplicemente era li’ come te a cercare un po’ di “casa” in una stanza piena di gente poco famigliare. Noi invece ce lo stavamo creando, l’avevamo trovato mangiando in silenzio. Attorno potevano parlare, brindare e fare baccano, ma noi avevamo scelto di poter cenare in tranquillita’.

Finito anche lo yogurt comincia allora a parlare. Dapprima un semplice scambio di informazioni: come ti chiami, da dove vieni, dove stai, in camera come ti trovi. E’ cosi’ scoprii di avere di fronte un italiano.

<< Piacere Elena>>

<< Piacere Francesco>>

Fino a quel momento avevamo parlato esclusivamente in inglese, cercando probabilmente di capire anche i reciproci accenti che erano pero’ troppo simili per essere distinti dal nostro stesso modo di parlare. 

<< Sei arrivato da poco anche tu?>>

<< Domani sara’ una settimana esatta. Ma sono partito 15 giorni fa da Udine.>>

<< E dov’e’ stato prima?>>

<< In viaggio, che domanda!>>

<<Si ma se il semplice viaggio con l’aereo dura 1,40 minuti.. i restanti 14 giorni 22h e 20 minuti dove li ha passati? >>

<< Te lo ripeto, in viaggio! Hai presente il Ciao vicino alla pattumiera fuori dall’ostello?>>

<< Si, credevo fosse da buttare >>

<< No, in realta’ sono arrivato fino a qua con quel gran mezzo ma non avendo un garage dove poterlo tenere l’ho appoggiato a quei bidoni perché sono l’unico posto visibile sia dalla finestra della mia camera, sia da quella grossa nel salotto dell’ostello. In questo modo appena sento i netturbini non devo nemmeno uscire, basta che mi sporga per dire che e’ mio e che non lo devono rimuovere.>>

<< Caspita, adesso capisco! Da Udine a Londra con il Ciao. Ma com’e’ possibile? L’autostrada non la puo’ nemmeno prendere. E poi con questo tempo? >>

<< Infatti ho percorso tutte le strade statali, passando anche dalla Germania. Al ritorno ho intenzione di fare lo stesso percorso ma sfruttando la navigazione sul fiume per caricare il Ciao e non dover affrontare l’asfalto innevato. Il tempo e’ stato abbastanza magnanimo, eccezion fatta per qualche pioggia. Ma in fondo che problema ti da la pioggia?>>

<< Ha ragione, qua piove per la maggior parte dell’anno e sono tutti vivi e vegeti. E’ solo un nostro problema mentale! Quindi ha intenzione di stare poco?>>

<< Giusto il tempo di godermela come piace a me e poi tornare. A proposito, ho trovato un lavoro!>>

<< Lei e’ pieno di sorprese! Dunque dove lavorera’ per questo breve periodo?>>

<< Breve periodo? Il valore delle cose e delle esperienze e’ forse dato dal tempo in cui esse durano?>>

<< Se la mette in questa maniera no, ma io intendevo..>>

Senza nemmeno lasciarmi concludere la frase lui prosegui’ con quel discorso (o quasi monologo) che cominciava a farsi un po’ troppo filosofico per un luogo circondato da estranei che brindavano e mangiavano caoticamente.

<< Il valore, mia cara Elena, sta nell’intensità con cui vengono vissute. Per questo esistono momenti indimenticabili, cose inspiegabili e persone che semplicemente rimangono impresse per sempre. >>

Di nuovo, non mi lascio’ nemmeno rispondere, anche se non potevo che confermare quello che aveva appena detto. Nonostante il suo carattere forte e individuale, nonostante la cena in silenzio e non da gourmet appena conclusa, sapevo che sarebbe stato sicuramente una di quelle persone che mi sarebbero rimaste impresse. 

Prese la borraccia che aveva nell’unico zaino che lo accompagnava ormai da 25 giorni e bevve un sorso d’acqua. Poi mi disse:

<< Parlando con un barbone che ho conosciuto oggi, ho scoperto che se ti svegli alla 4 di mattina e vai in una delle piazze designate puoi essere scelto tra il gruppo di persone che si presentano per fare lo spazzino. Lavori 8h e vieni pagato con il minimum wage, che comunque e’ quanto pagano anche nei bar>>

<< Non le chiedo come e’ arrivato a quest’argomento con un barbone, pero’ se se la sente di farlo e’ grandioso! >>

<< Certo mi dovro’ coprire bene, ma sicuramente riesco a mettermi da parte anche qualche soldo che mi sara’ utile per il ritorno. Inoltre in questo modo ho a disposizione piu’ di mezza giornata per girare e poter conoscere veramente questa citta’.>>

<< Ha trovato la bici che oggi cercava? >>

<< Si, nei pressi di bricklane! E’ un po’ vecchiotta, sbiadita e con le gomme da cambiare ma per 20 pound e’ stato un mega affare.>>

<< Quindi domani comincia il nuovo lavoro andando in bici?>>

<< Certo che si! Visto che mi devo svegliare alle 4 forse e’ meglio andare a dormire, come se qua poi fosse cosi’ semplice addormentarsi.>>

<< Lasci stare, ho lo stesso problema con la persona che dorme sopra il mio letto.>>

<< Buona serata Elena, spero di vederti ancora prima di partire!>>

<< Buona notte Francesco, e in bocca al lupo per domani!>>

Dopo quella sera, un po’ per i suoi orari lavorativi e un po’ perche’ anche io tendevo ad avere dei ritmi non molto regolari, non ci vedemmo mai più.

Due settimane dopo ricevetti un messaggio:

Buongiorno Elena, ho preso il suo numero dalla reception. Sono partito per tornare in Italia. Le ho lasciato la mia bici, la puo’ trovare al posto del Ciao. Ne faccia BUON uso.

Francesco.”

©CinnamonInTheAir