Shantaram, G. D. Roberts

shantaram

“Gli indiani sono gli italiani d’Asia… Per questi due popoli il cibo è musica nel corpo, e la musica cibo nel cuore”.

Mancano 11 mesi alla fine di “12 titoli, 365 giorni” ed ho concluso il punto che piu’ mi angustiava:

  1. Un libro con più’ di 500 pagine

La scelta era inevitabile, l’avevo messo da parte per troppo tempo e quale migliore occasione per leggerlo?!

Una sorta di epopea iniziata a fine anni ’70, una storia quasi surreale, un contenuto a dir poco coinvolgente. Un’india raccontata in ogni dettaglio, profumo e sapore. Lo stile è a volte poetico a volte crudo, perche’ in fondo e’ la semplice espressione della vita che sa essere a volte gentile a volte crudele. Lo stile e’ scorrevole anche se devo dire che alcune parti mi sono sembrate un po’ lente e troppo descrittive. Le 1200 pagine volano e l’India sembra un paese magico (ma lo è realmente?) dove vorresti subito andare a vivere.

Penso che non ci siano parole migliori che quelle usate dall’autore stesso per raccontare l’essenza di questo immenso libro:

“Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell’amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita. Per capire l’essenziale, però, mi è bastato un istante, mentre mi torturavano legato a un muro. Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente riuscii a comprendere che nonostante i ceppi e la devastazione del mio corpo ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando oppure di perdonarli. Non sembra granchè, me ne rendo conto. Ma quando non hai altro, stretto da una catena che ti morde la carne, una libertà del genere rappresenta un universo sconfinato di possibilità.E la scelta che fai, odio o perdono, può diventare la storia della tua vita.”

india         slum

©CinnamonInTheAir