Il gusto di lavanda.

Ogni tanto mi stupisco, lavanda.jpg
ed e’ la cosa piu’ bella che ci sia.
Mi stupisco per cose da poco
come un sorbetto al limone
con il retrogusto di lavanda.
Mi stupisco di come e’ la vita:
a tratti amara
ma in fondo una dolce compagna
che come il retrogusto alla lavanda
ti sorprende e ti avvolge,
non quando te lo aspetteresti,
al primo gusto percepito,
ma solo quando ne hai bisogno,
alla fine di tutto,
con quel dolce che sa di amaro,
ma che ormai percepisci come dolce
perche’ la vita e’ stato il limone
con la quale non hai ottenuto delle limonate
ma ti ha fatto stringere i denti
e cadere delle lacrime.

©CinnamonInTheAir

Nuovo progetto – “PREFAZIONE”

nuovo progetto

Al via il mio nuovo piccolo progetto, che mi impegnera’ per i prossimi mesi (o anche anni 🙂 ). Senza nessuna smania la voglia e’ quella di raccontare un’esperienza che per alcuni potrebbe essere similare, e per altri potrebbe essere uno stimolo a partire e conoscere il mondo. Non so se ne faro’ mai un libro o se rimarrano quattro pagine di una memoria lontana. Vedremo solo con il tempo!

PREFAZIONE

Ho sempre pensato che se avessi mai scritto qualcosa sarebbe stato in un classico Cafe londinese, nel tepore di quel posto. Il pavimento in legno, l’odore di cappuccino e cannella nell’aria, file di business man che nel grigiore dei loro volti aspettano solo di essere serviti. Il fervore, invece, dei turisti che con gli occhi pieni di aspettative consumano le immense english breakfast prima della lunga giornata a spasso nella metropoli. Le frasi si sarebbero create da sole grazie alla sinfonia generata dalla pioggia battente. Il caffe caldo e un computer per raccogliere e dare forma al mondo generato da una citta’ nuova e un’esperienza che alcuni additerebbero come troppo coraggiosa.

E invece ho avuto bisogno di tempo per assorbire quello che effettivamente era successo, elaborarlo in ogni suo aspetto. Capire che cosa sono significati due anni all’estero. Constatare cosa effettivamente avevo acquisito e cosa avevo perso nei mesi di lontananza dal nido italiano. Ho cercato di confrontare la mia esperienza con quella di altri italiani espatriati, di coloro che hanno avuto la possibilita’ di raccontare le loro storie attraverso i piu’ disparati mezzi, senza arrivare a nessuna conclusione. O meglio, ad una ci sono arrivata: ognuno vive la sua storia, e cosi’ ho vissuto la mia.

La mia storia e’ fatta prevalentemente di persone, momenti e situazioni, e proprio per questo non vi voglio annoiare con l’iter puro e semplice di come sono partita, che cosa ho fatto, come ho vissuto e dove sono ora. Chiunque e’ capace a prenotarsi un aereo di sola andata, a preparare una valigia abbastanza grande e trovare un ostello dove alloggiare per il primo periodo. L’aspetto piu’ complicato lo riserva invece la vita che si svolge in una citta’ non tua, nella quale anche solo la lingua puo’ essere un ostacolo difficile da superare.

©CinnamonInTheAir

INTENSO COME UN RICORDO

pane

Lei e’ Jodie Picoult. Posso dire ormai con certezza che si e’ conquistata la mia top 3 delle autrici contemporanee. Questo libro ha tutto il tatto e la gravita’ che caratterizza i libri di questa autrice. E’ stata capace di ripercorrere in maniera completamente inaspettata una tragedia importante come l’olocausto in una chiave romanzata ma sicuramente non banale.

La storia e’ alternata da diversi narratori. In primis c’e’ Sage. E’ una ragazza che per evitare di guardare la vita in faccia e soprattuto per evitare che chiunque la guardi in faccia, decide di fare la panettiera in modo da non dover aver alcun tipo di rapporto con altre persone. Il suo volto sfregiato racchiude il mistero e il senso della sua vita. L’eccezione a questa vita introversa e’ Joseph.

L’altra figura narrante e’ proprio l’anziano Joseph che racconta la sua “prima” vita, ovvero quella da nazista, e che spiega come sia poi diventato un’altra persona. Quasi come se si potesse riscrivere il passato convincendosi che quello non sia mai accaduto.

A unire e dare tono alla storia c’e’ la nonna di Sage, sopravvissuta ai campi di concentramento, e che aiuta a riannodare il filo dei ricordi del passato che agitano il presente.

Il racconto e’ potente, spesso drammatico ma raccontato in modo magistrale. Qualsiasi tipo di recensione e’ riduttiva, perche’ una storia cosi’ intensa, reale e travolgente non puo’ essere raccontata in poche parole, quindi…. DA LEGGERE DA LEGGERE DA LEGGERE!!!!!

jodi picoult